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Mai come dopo il 2020 la definizione #NoVax è stata più imprecisa e strumentalizzabile. Lo dice non solo il vocabolario, ma anche l'esperienza di prossimità: per chi abbia un minimo di memoria è un esercizio di stile ricordare chi fossero tali "No Vax" nel 2019 e in chi siano stati tramutati un anno dopo.
Partiamo dal significato che si è - erroneamente - sviluppato di recente: "No Vax" sarebbe, non solo secondo concezioni comuni ma anche secondo burocrazia, chiunque non sia in linea con l'ultima dose di vaccino. Traducendo: chi ad esempio avesse due dosi e poi avesse "fatto la malattia" fermandosi con le inoculazioni è, per molti #giornali e leggi antiquate, un No Vax. Come quei #sanitari che verranno riabilitati alla professione e che per qualcuno andrebbero addirittura marchiati.
Chissà che non lo abbiano pensato: "Quando mai dopo l'infezione si fa pure il richiamo?". Chiacchiere da bar? Non troppo. Non secondo quanto ci ha detto ad esempio il Prof. Francesco Broccolo, Docente di Microbiologia alla Milano Bicocca (non certo un No Vax).
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Eppure fiocca l'intolleranza e lo sdegno verso un rientro al lavoro che è la fine di un incubo per tanti. Nervi a fior di prima pagina verso i primi provvedimenti in materia di Sanità del Governo #Meloni: "L'imbarazzo per il rientro dei No Vax", titola Repubblica. A far da eco Tito #Boeri sul #serviziopubblico: “I medici no-vax hanno tante vite umane sulla loro coscienza. Tante vite umane che potevano essere salvate”. Silenzio assenso. Condanna senza appello a cui ci sarà probabilmente un seguito: ci sarà ancora da scrivere in questa "pagina orrenda di odio sociale".
Il commento di Fabio Duranti e Francesco #Borgonovo.
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È ormai iniziata la corsa contro il tempo per arrivare pronti alle #elezioni del #25 settembre: i #partiti dominanti non hanno le stesse preoccupazioni dei dissidenti, di quell’#opposizione che dal popolo nasce e che dello stesso vuole rivendicare il diritto ad esprimersi davvero. Questo è anche il caso di #MarioGallo, Segretario Nazionale di #Ancora Italia, che ha ben chiare le indicazioni “disattese dalla Costituzione”: tra il 12 e il 14 agosto si dovranno depositare i simboli, il 21 e il 22 agosto le liste dei candidati e ci sarà lo stop dei sondaggi dopo il 10 settembre. Perciò pochissimo tempo ma tanto su cui lavorare, una mossa alquanto disillusa.
“Rappresento l’#Italia sovrana e popolare. La questione si pone nei seguenti termini: questo è il colpo di coda finale di un sistema morente che ha approfittato delle sue ultime possibilità di tenersi in piedi indicendo queste elezioni il 25 settembre, ponendo l’obbligo e i termini per gli accordi delle firme con termine il 22 agosto”. Nel caso di Gallo si presenterà Italia sovrana e popolare: “È veramente complesso, è una sfida importante ma noi non ci sottrarremo. Da stasera saranno disponibili in tutte le città di Italia i banchetti per apporre la propria #firma. Noi dobbiamo piantare alberi sotto la cui ombra non ci siederemo probabilmente”.
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Mario Gallo è anche un avvocato che, di fronte a questa #burocrazia malamente ‘riordinata’, dove i fondamenti della democrazia vengono messi da parte a favore degli interessi dei soliti gruppi elitari, afferma a gran voce che “L’articolo 49 della #Costituzione sancisce chiaramente che bisogna garantire a tutti i cittadini associati che bisogna garantire a tutti i cittadini associati in partiti politici di poter concorrere alle elezioni per determinare la linea politica nazionale. Questo dettame costituzionale è stato disatteso, come tanti altri in questi ultimi due anni. La Costituzione va presa sulla nostre spalle“. E tutta quella facilitazione sul fronte digitale: smart working, #Greenpass portatili (chi più ne ha, più ne metta) non hanno dato il via anche a qualcosa di simile per aiutare i cittadini italiani ad esprimere un’opinione sul futuro del #Governo? “Da tutte le parti stanno (a detta loro) semplificando attraverso la tecnologia, perché non si è pensato di abolire tutto questo passaggio burocratico in questa fase e far firmare i sottoscrittori sotto la firma digitale? Penso che tutto questo sia voluto, le persone potrebbero firmare dal luogo in cui si trovano, i tempi sarebbero stati stretti ma si sarebbe data la possibilità concreta a chi avesse voluto partecipare di sottoscrivere le liste. L’intento è chiaro, è specifico: è quello di fare in modo che non riescano tutti a partecipare a questa competizione elettorale”.
Sai cosa si intende per SOMMINISTRAZIONE?
Il Presidente di Valori spa Manuel Piscello lo spiega in un'interessante intervista su @radioradiotv. 🎙
In questo periodo particolare, in cui la #flessebilità può soddisfare le esigenze di #imprese e #lavoratori, affidarsi all'Agenzia di lavoro può fare la differenza!
Sono numerosi i #vantaggi per le aziende e Manuel Piscello ne sottolinea almeno 4️⃣:
la riduzione dei #costi per la ricerca del personale; la flessibilità nella gestione della forza #lavoro; l'esternalizzazione di fasi della #produzione; la rapida individuazione di profili qualificati.
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Coloro che tra le obiezioni si aspettavano "chi si vaccina muore" e altre teorie discutibili a cui abbiamo assistito di recente, è rimasto deluso. Non si presta a strumentalizzazioni la relazione dell'avv. Mauro #Sandri davanti la #Corte Costituzionale, non ci saranno a ragione penne che parleranno di "no vax" e complottisti. Questo perché, come spiega in diretta il legale a 'Lavori in Corso', "ho posto la questione dal punto di vista strettamente scientifico".
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Passo indietro: oggi la Corte costituzionale si è espressa sulla legittimità dei decreti Draghi che hanno imposto l'obbligo vaccinale ai sanitari. Ha giudicato che è stato giusto mandare a casa dei lavoratori, vessarli, sospenderli. Questi, quindi, non verranno risarciti: l'impianto pandemico costruito era legittimo per lo Stato italiano. C'è stata confusione nelle ore passate in aula in seguito alla nomina di un giudice che aveva redatto alcuni di quei decreti, con tanto di "turn off" al microfono di Augusto Sinagra che aveva richiamato la corte all'imparzialità. Nessun complottismo però: "Questo obbligo è fondato non su un'imprecisione, ma su un'alterazione dei dati". C'è il dolo quindi secondo l'avvocato Sandri, non ottimista sul giudizio finale alla luce del rinvio richiesto oggi: "Ho chiesto il rinvio alla corte perché non distinguono tra malattia e agente virale. Tra Sars-Cov-2 e Covid. Quindi non sono in grado di decidere".
"Ho chiesto la nomina di un esperto. Ce lo hanno insegnato in prima elementare che non si mischiano le mele con le pere".
L'intervista da Stefano Molinari.
QUI LA RASSEGNA INTEGRALE: https://bit.ly/3AxjofO
Loro non li ha uccisi il Covid, ma la disorganizzazione. Parliamo di oltre 4 mila persone che hanno perso la vita non per Covid ma per "effetti collaterali" al Covid. Nelle sole province di #Milano e Lodi queste persone hanno perso la vita nel 2020 per "possibili ritardi nell'accesso alle cure, nella diagnosi e nei trattamenti" di altre malattie. E' quanto già, per la verità, si sapeva e ora si evince nero su bianco dallo studio di centinaia di cartelle cliniche.
L'oggetto di studio è l'eccesso di #mortalità nel dato periodo di tempo. Tra Milano e Lodi nel 2020 i decessi sono stati 44.757 , quasi 12mila in più rispetto alla media dei 5 anni precedenti. La conclusione è che oggi, dopo due anni, possiamo dire senza essere accusati di complottismo o negazionismo che 4mila persone hanno perso la vita non per Covid, ma per carenze logistiche. E poco vale giustificare tutto con quanto la pandemia fosse inaspettata o dura.
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Secondo i medici dell'unità di epidemiologia dell'#Ats di Milano "le principali cause di decesso nel 2020 sono state le malattie dell'apparato cardiocircolatorio, seguite dalle neoplasie; le malattie infettive (Covid incluso) rappresentano la terza causa". Dato ribaltato rispetto agli anni precedenti, quando le neoplasie detenevano questo triste primato, seguite dalle malattie cardiocircolatorie.
Più precisamente, l'eccesso di mortalità comprende 8155 decessi registrati per Covid tra il milanese e il lodigiano, mentre 3265 sono da attribuire a cause non legate al virus. Gli aumenti più evidenti, secondo il Corriere (edizione di Milano), sono stati osservati per "polmoniti (30%), malattie del sistema respiratorio (24%), #malattie ipertensive (21%) ed endocrine (17%). Senza contare i decessi legati alle malattie del sistema nervoso: sono il 15% quelli concernenti il Parkinson, ma da questo punto di vista fa impressione l'impennata dei suicidi registrata da Ats: "L'aumento, anche se non statisticamente significativo, della mortalità per suicidio, è particolarmente suggestivo: l'età al decesso nel 2020 era stata di poco superiore ai precedenti: 59 anni".
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Il 14 dicembre la #Commissione europea rivelerà la propria proposta per l'efficientamento energetico delle abitazioni, la direttiva punta a far si che entro il 2050 tutte le #abitazioni nell'unione europea siano a emissioni 0.
Per fare questo la commissione ha deciso una serie di interventi volti a bloccare #vendite e affitti di immobili con #classe energetica inferiore a una certa soglia: fino alla classe C entro il 2033 per le case indipendenti ed entro il 2040 per appartamenti in condominio.
L' 87% delle #case italiane ha classe D o inferiore, e l'investimento immobiliare è la principale fonte di investimento per gli italiani, quindi i proprietari dovranno spendere decine di migliaia di euro per le ristrutturazioni o saranno costretti ad abitare in una casa che avrà valore 0, che non potranno né vendere né affittare.
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L' #UE vuole quindi che vengano ristrutturate milioni di abitazioni senza poter contare sull'aiuto del 100% e altri bonus edilizi, limitati dalle ultime azioni del governo, per ordine della stessa unione europea. Vorrei un governo che andasse in Europa e spiegasse i nostri diritti. Ci troveremo in una realtà nella quale le banche internazionali, i fondi speculativi internazionali, verranno a comprare a prezzi di saldo le case degli italiani.
#MalvezziQuotidiani - L' #EconomiaUmanistica spiegata bene con #ValerioMalvezzi
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In questo periodo ne abbiamo viste di ogni. Prima la #pandemia, poi la #crisi e dopo la crisi: una #guerra. Luglio ha visto prezzi dei #carburanti alle stelle e agosto ci ha regalato #bollette salatissime. Cosa lega pandemia, guerra e gli alti costi dell'energia? C'è un collegamento? Secondo Fabio Duranti e Renate #Holzeisen, si. "Non ti puoi meravigliare se hai la bolletta di casa aumentata di 4-5 volte. Hai accettato che qualcuno comprasse centinaia di miliardi di #farmaci che potevano essere inutili e che altri paesi non hanno utilizzato, per esempio, eppure stanno molto meglio di noi. Sulla base di questo sono arrivati i guai, anche quelli di adesso con le bollette, perché è tutto un disegno generale".
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#Duranti riporta l'attenzione sul fatto che "anche ammesso che i prezzi dell'#energia fossero realmente questi, il #governo avrebbe potuto mettere dei ripari per i cittadini e invece ha speso centinaia di miliardi in farmaci - che ora giacciono nei frigoriferi dell'aeronautica piuttosto che nei magazzini (di cui paghiamo sia gli affitti che l'energia elettrica che li alimenta) - che sono scaduti e che, secondo chi li produce, non servono assolutamente a nulla. Noi li abbiamo pagati e sembrerebbe che abbiamo preso impegni per altra roba ancora. La #crisi energetica poteva essere tamponata grazie a quei miliardi. È chiaro che è tutto collegato, noi oggi dobbiamo capire che cosa è successo per curare il problema alla radice. E la radice è proprio questa: noi abbiamo accettato passivamente di farci togliere le #libertà. L'uomo doveva vivere di più meglio, doveva vivere una vita più serena senza avere problemi dell'energia, economici. A che serve eleggere governi nazionali, regionali, europei, mondiali, se poi dobbiamo stare peggio?".
Anche l’avvocatessa Holzeisen, laureata in #economia politica, pensa che "i costi e i danni che vediamo adesso sono quelli "imminenti" ma c'è un'enormità di danni che devono ancora venire fuori. Quello che hanno causato è di una mostruosità che grida ad un accertamento accurato di quello che successo e delle responsabilità. Continuano, giorno dopo giorno, a morire persone, si stanno ammalando tantissime persone, questo è un aspetto molto importante. Non c'è nulla di più importante della propria vita e della propria salute, ma non dobbiamo trascurare l'aspetto economico. Mi auguro che la gente inizi a capire che siamo in mezzo ad un attacco all'umanità a 360 gradi nella sua esistenza vitale ma anche nella sua esistenza economica e finanziaria. Ci vuole la massima volontà di andare in fondo alla questione.
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La #Francia torna in piazza a #Parigi contro il presidente Emmanuel #Macron. Non si tratta di pochi eversivi: decine di migliaia di persone si sono riversate sui boulevard della capitale francese per protestare contro il #carovita, l’inflazione e i salari bassi.
A far accendere la miccia, il rifiuto del sindacato di sinistra #CGT di aderire a un accordo sindacale che la compagnia petrolifera #TotalEnergies ha raggiunto la scorsa settimana con altre due sigle. Alla convocazione della protesta nel fine settimana, peraltro, queste ultime non hanno aderito, marcando una frattura tra i rappresentanti dei lavoratori, che però hanno manifestato insieme martedì.
Le proteste, in realtà, non sono isolate, ma seguono una serie di scioperi riguardanti il settore energetico (nello specifico, raffinerie e centrali nucleari) in atto da tempo. Con la loro azione, i dipendenti hanno lasciato circa un terzo dei benzinai del Paese senza carburante e hanno costretto gli automobilisti a file interminabili di fronte alle pompe.
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Il governo #Macron ha esercitato pressioni per costringere alcuni degli scioperanti delle raffinerie a tornare ai centri estrattivi, una mossa che ha fatto infuriare i sindacati, ma i tribunali hanno dato ragione al governo. Il ministro dell'Economia Bruno Le Maire ha pienamente appoggiato la decisione del governo. Altro motivo di protesta è l'approvazione del bilancio 2023, per cui il il Primo Ministro Elisabeth Borne sta utilizzando speciali poteri costituzionali che le consentirebbero di aggirare il voto del Parlamento.
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“Mai più #obbligo vaccinale“. Un’affermazione un po’ ardita, caro ministro #Schillaci, se pensiamo alle sentenze.
“Basta ideologia nella sanità, il Covid ormai è agli sgoccioli“, sostiene su Libero il ministro della Salute, “oggi l’epidemia è cambiata, si dovrebbe iniziare a parlare di Covid 23. Spero che con la prossima primavera ce lo lasceremo alle spalle“, chiosa poi alla fine. Poi qualche virgolettato sul #GreenPass (“Non mi sembra che la Meloni abbia cambiato idea“), sui medici (“superficiale dire che no vax non credono nella scienza“) e sull’educazione sanitaria a scuola.
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Di alcune cose, sinceramente, non si capisce molto la ratio. Quali?
Per esempio sugli effetti avversi. Dire che non ci sono informazioni e serve altro tempo è un po’ fuori luogo: serve altro tempo per fare cosa?
Se non si riunisce nessuno, se non prepariamo i risarcimenti, se non esaminiamo i casi, di che parliamo?
Dopodiché sul “mai più obbligo vaccinale“, questo è tutto da vedere dopo l’ultima decisione della Consulta. Io ci credo che la Meloni è molto seria. Di altri mi fido molto meno.
Quando il ministro Schillaci parla di medici non vaccinati, dovrebbe spiegarci anche il motivo per cui sono rientrati in questa maniera. Perché le polemiche? Perché l’ordine dei Medici che vuole inserire nel codice deontologico l’obbligatorietà del vaccino? Perché gli spostamenti gestiti dalle Regioni?
E siamo ancora qui a dire che l’emergenza finirà nella prossima primavera, caro ministro?
L’#emergenza è finita. Anzi, ci sono le norme del precedente governo a costituire un’emergenza che è già risolta: un po’ più di velocità nel risolvere questo ce la aspetteremmo.
Le multe continuano ad arrivare, perché oltre il lato ideologico, 100 euro sono una questione fastidiosa dopo che si è parlato per settimane di toglierle.
Ma soprattutto c’è ancora la mentalità che c’era un anno e mezzo fa.
“Chi non si è vaccinato credo lo abbia fatto per paura. E’ una contraddizione se si pensa che tra i non vaccinati si sono registrati i decessi maggiori“: anche questa, caro #ministro, è un’affermazione molto discutibile. E fa parte di una linea di pensiero che pensavamo esserci lasciati alle spalle.
Punto & Accapo, con Francesco #Borgonovo
Amedeo Minghi - l'intervista - RadioRadio e RadioRadio TV - 5.07.2018
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Sulla questione di tassare gli extraprofitti delle imprese energetiche di gas e petrolio, se ne parlava già 6 mesi fa quando in carica era ancora il governo #Draghi. I ricavi per lo stato che aveva previsto quel governo si aggiravano intorno ai 10 miliardi. Da quello che si evince dalla finanziaria varata dal governo #Meloni, adesso saranno solo poco più di due.
Per quanto riguarda i #POS, i dispositivi che permettono di pagare tramite strumenti elettronici come la carta di credito, il governo ha tolto l’obbligo di accettare i pagamenti sotto i 60 euro, di conseguenza i commercianti potranno rifiutarsi di accettare esborsi con carta sotto quella soglia. Per quanto si possa essere d’accordo sull’abolizione di un obbligo, la decisione presa crea più problemi che soluzioni.
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A questo proposito ha commentato il direttore de Il Giornale d’Italia Marco #Antonellis: “Chi vuole pagarsi il caffè col POS è giusto che se lo paghi“, “Non puoi andare contro la storia, ormai tutti pagano con dispositivi elettronici” e sottolinea: “Il problema sono le commissioni bancarie, da rivedere o eliminare, questo avrebbe dato una mano ai commercianti“. In Spagna, ad esempio, per i pagamenti sotto i 30 euro non vengono applicate commissioni. “Dicono di non fare gli interessi delle lobby ma se poi sono sensibili agli interessi dell’alta finanza, della grande imprenditoria, viene il pensiero che a certi ambienti si guardi eccome“.
Insomma, tra #extraprofitti e pagamenti elettronici c’è da chiedersi a chi si rivolga realmente il governo con queste decisioni.
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I #pagamenti fisici e digitali stanno prendendo ampio spazio nel dibattito #politico, tra limiti all'uso del contante e obblighi più o meno alti nell'accettare transazioni via #POS. Il governo stesso al suo interno è molto diviso sul tema, in particolare riguardo i pagamenti elettronici. La componente salviniana vuole un tetto a 60€, al di sotto del quale i commercianti potrebbero rifiutarsi di accettare questa forma di compenso, mentre #meloni ha lasciato intendere che tale importo può essere rivisto verso il basso.
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E gli #italiani? Per la società di sondaggi Euromedia preferiscono il POS, e la maggior parte di loro non apprezza la decisione del governo sul contante (67%). Il consenso per i rispettivi partiti, però, non cambia granché, segno forse di una certa rassegnazione da parte degli elettori di destra che, nonostante le promesse, più di tanto il governo non possa fare. Del resto, l'esecutivo deve tenere in ordine i conti, nel momento in cui sceglie di restare nella gabbia #europea.
Si va verso un mondo dove tutti i pagamenti sono tracciati, tutte le transazioni si stanno digitalizzando e gli sportelli sono sempre meno. Si possono sollevare anche temi etici, pensiamo a come si è smaterializzato il materiale dei correntisti russi. Siamo al #capitalismo della #sorveglianza, per dirla come Shoshana Zuboff. Ci avviciniamo al modello #cinese, dove ogni cosa è digitalizzata. Non mi pare il caso, però, di demonizzare, usare parole come "rompiballe", bisognerebbe usare la giusta serietà per parlarne.
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Abbiamo passato mesi a discutere su questioni marginali per arrivare in questi giorni a discutere di questioni serie. La manovra e le critiche di #Banca d'Italia sono sulle prime pagine di tutti i giornali. L'attenzione è focalizzata su #Pos e tetto ai #contanti, argomento che ha mosso le maggiori critiche di Banca d'Italia, ma le dichiarazioni sono molto più estese rispetto a quello che riportano i giornali sui titoloni. È vero che ci sono state delle critiche da parte di #Bankitalia che, come riporta La Stampa, dichiara "il tetto al contante sarebbe in contrasto con la spinta alla modernizzazione del paese, che anima il PNRR, con l'esigenza di continuare a ridurre l'#evasione fiscale". Ci sarebbe da capire come possa essere in contrasto con la modernizzazione, a meno che per modernizzazione non si intenda la digitalizzazione di tutti i pagamenti, che per me è una strada molto pericolosa verso il capitalismo di sorveglianza.
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Lo stesso dirigente di Banca d'Italia che ha fatto una critica anche ruvida al #PNRR, per come è gestito oggi dal governo, dice anche che a livello europeo non esiste nessun tipo di soglia massima all'uso del contante. Quindi da un lato Bankitalia critica le riforme, che tra l'altro sono ancora in discussione, però poi dice che a livello europeo il tetto al contante non c'è, e non è nemmeno detto che lasciare la libertà di utilizzare il contante fino ad una certa soglia possa far aumentare l'evasione fiscale. E infatti il Sottosegretario #Fazzolari dice una cosa vera quando ricorda che "qui Banca d'Italia esprime la posizione delle banche private ma non è detto che sia la più conveniente per i cittadini"
Se uno va verso la digitalizzazione totale poi non si deve lamentare quando vengono bloccati i conti, quando bloccano i bancomat. Ricordate i camionisti canadesi? La storia dei russi? Se è tutto digitalizzato basta spingere un tastino e voi vi sognate i vostri soldini.
L'altra parte di forti critiche mosse alla manovra da Banca d'Italia è relativa al reddito di cittadinanza, in quanto la stessa ritiene che può essere positivo togliere il reddito che nella sua forma attuale non ha funzionato. Questa soluzione potrebbe anche risolvere il problema, ma va trovato qualcosa di sostitutivo .Forme di sostegno alle fasce più deboli ci sono ovunque. Se non si trova qualcosa che compensi la mancanza di questo sostentamento per coloro che sono più in difficoltà, meglio lasciare le cose così come stanno. Anche perché secondo l'Istat nei prossimi mesi saranno soggetti a riduzione del reddito di cittadinanza 846mila individui.
Potrebbero quindi perdere una importante forma di sostentamento una persona su cinque tra quelli che percepiscono il reddito. Purtroppo le persone in difficoltà aumenteranno e anche notevolmente e oltre alle 846mila persone appena citate, altre 760mila secondo lo Svimez andranno in povertà, è una cosa di cui va tenuto conto.
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C'è stato un tempo in cui l'#artista poteva essere libero sotto ogni punto di vista. In cui essere critici verso la linea atlantista era lecito senza ripercussioni in termini di visibilità. Forse perché si conosceva bene quello che era accaduto solo da una manciata d'anni e si aveva più consapevolezza del fatto che criticare lo status quo non significasse essere "filorusso", filonazista o nostalgico.
Grazie a questa consapevolezza sono nate performance e monologhi celebri. Passi che hanno fatto la storia non troppo riproposti in un presente in cui il controllo del dissenso è ben più manicheo. Giorgio #Gaber rientra appieno in questa definizione.
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Si chiamava "#America: libertà obbligatoria" l'estratto di un ben più esteso spettacolo rigorosamente conservato in documenti video, come esplicitamente voluto da Gaber, che ne "Il Signor G" testimonia con efficacia tutto il suo Teatro-Canzone.
"L'America. Se non ci fosse l'America noi saremmo... europei": esordisce così una lunga critica satirica verso gli #USA e la loro lunga influenza post-bellica sull'Europa.
Un'influenza che non ha mai mollato la presa sul vecchio continente, per di più senza neppure regalare come effetto collaterale una delle poche primizie portate da un conquistatore: "La cultura".
"La cultura... ah no". L'eterno ritorno di questa formula scandisce tutto il monologo gaberiano più volte, quasi come un martello che inchioda i postulati della narrativa filoatlantista.
Il tutto per arrivare a una conclusione che oggi farebbe scandalo, ma che non voleva affatto essere offensiva nella sua crudezza, ma semicomica e irriverente come solo Gaber sapeva: "E poi ponti, autostrade, grattacieli, aerei... chewing gum. Non c'è popolo più stupido degli americani".
Il commento a 'Un Giorno Speciale' di Fabio Duranti e Diego Fusaro.